I disturbi alimentari rappresentano delle patologie particolarmente complesse contraddistinte da una significativa alterazione delle abitudini alimentari di un soggetto, il quale si preoccupa del peso e della forma del proprio corpo in maniera sbagliata e dannosa. Nello specifico, coloro che ne vengono interessate di più sono le donne, ma non mancano i casi in cui protagonisti risultano essere anche gli uomini. In questi casi, non ci si riferisce esclusivamente alla cosiddetta anoressia nervosa, ma anche a tutte quelle problematiche strettamente collegate all’alimentazione come, ad esempio, il Binge Eating e la bulimia. Spesso sottovalutate, tali patologie possono determinare condizioni di salute gravi e, pertanto, si rende necessario l’aiuto di uno psicologo prima che si verifichi una situazione irreversibile.

Sono molti i dottori che hanno sviluppato una notevole competenza nel settore, e che sui propri siti elaborano teorie e modus operandi, tra questi senza dubbio il Dr. Psicologo Alessandro Lobello, psicologo di Napoli.

Sul suo sito https://www.psicologolobello.it, lo psicologo illustra il suo modus operandi e le dinamiche del suo approccio.

Come riconoscere i disturbi alimentari: il cambiamento di approccio nei confronti del cibo

I disturbi alimentari comportano una seria compromissione dell’approccio nei confronti del cibo. Nello specifico, può accadere che si rifiuti di mangiare perché non ci si sente abbastanza apprezzati oppure, ancora, che si esageri vedendolo come uno strumento per colmare un vuoto affettivo. Tali comportamenti, dunque, sono dettati dall’insicurezza o da un’eccessiva sensibilità al giudizio altri: pertanto, l’alimentazione diventa una sorta di rifugio o di nemico quando si matura l’idea che per essere belli è necessario diventare magri anche al costo di non mangiare nulla per molti giorni. In queste situazioni, dunque, diventa fondamentale rivolgersi ad uno specialista con il quale iniziare un percorso di guarigione.

L’aiuto dello psicologo in caso di disturbi del comportamento alimentare: il ruolo fondamentale svolto da uno specialista

I disturbi del comportamento alimentare come, ad esempio, l’anoressia, la bulimia nervosa e il Binge Eating (comunemente definito come il disturbo da alimentazione controllata), sono tutti contraddistinti da un pensiero ossessivo nei confronti del cibo. Ebbene, la maggior parte delle persone che ne soffre non ne ha consapevolezza oppure ha un’ingiustificata paura di risolvere il problema. Infatti, capita che chi desidera insistentemente diventare magro seguendo diete dannose oppure chi mangia senza controllo veda tali disturbi come la modalità principale per stare bene. La mente, nello specifico, viene completamente pervasa dall’idea di poter tenere efficacemente lontani i problemi mediante tali atteggiamenti. Tuttavia, come si suol dire, si tratta di un cane che si morde la coda, dal momento che essi costituiscono la principale causa della loro infelicità. In una tale ottica, poi, i soggetti si rifiutano categoricamente di chiedere aiuto e di rivolgersi ad uno specialista allo scopo di intraprendere una terapia per guarire. Contrariamente a quanto si pensa, invece, la psicologia rappresenta una vera e propria ancora di salvezza in grado di condurre verso un percorso fondamentale per superare difficoltà serie con successo. Il primo aspetto su cui, generalmente, si pone l’attenzione è il motivo che spinge a crearsi una determinata idea di sé stessi. Si tratta, perlopiù, di questioni fisiche che lo psicologo cercherà di debellare con l’aiuto del paziente consigliandogli un consapevole dosaggio dei cibi nonché delle calorie.

I motivi principali dei disturbi del comportamento alimentare

Al giorno d’oggi, si vive in un contesto socio-culturale in cui la magrezza viene vista come un autentico valore da perseguire con insistenza al fine di ottenere la desiderabilità sociale. Per il soggetto che soffre di disturbi legati al comportamento alimentare, dunque, il cibo svolge una funzione completamente diversa da quella reale, cioè di fornire all’organismo l’energia necessaria. In particolare, accade che il digiuno venga considerato una forma di indipendenza o che gli alimenti rappresentino un mezzo per consolarsi in seguito a problemi relazionali ed emotivi. Viene posta, senza dubbio, un’eccessiva e malsana attenzione sul cibo che può condurre a condizioni di salute anche molto gravi. Lo psicologo si prefigge, quindi, di rendere visibile al paziente quanto sia distorta una tale percezione della fame, della sazietà e del proprio corpo, evidenziando una pericolosa mancanza di consapevolezza del quadro psicologico personale.

 

La psicologia e il cibo: un valido aiuto contro i disturbi alimentari

I disturbi del comportamento alimentare rientrano nel novero delle patologie collegate strettamente ad aspetti psicologici: per tale motivo, esse risultano essere particolarmente difficili da combattere. Il processo di guarigione, infatti, non ha una durata circoscritta a pochi mesi, potendo talvolta protrarsi anche per molti anni. Tuttavia, è importante evidenziale come si tratti di un intervento fondamentale finalizzato ad impedire definitivamente alle persone di alimentare una malsana ossessione nei confronti del cibo. Ciò che, in particolare, sarà il compito dello psicologo è la stimolazione del paziente verso un radicale cambiamento del proprio stile di vita dettato dal desiderio di guarire. Accade, però, di rado che i soggetti che si recano in centri specializzati vi si rechino con idee già chiare relative alla terapia da seguire. In ogni caso, si parla di un passaggio obbligatorio per ottenere una precisa diagnosi e per effettuare tutte le valutazioni del caso, sia dal punto di vista psicologico sia da quello nutrizionale, così da ricevere specifiche indicazioni sul trattamento da seguire. In tali trattamenti, un ruolo essenziale è svolto anche dalla famiglia in modo da creare una solida collaborazione tra i figli e i genitori, i quali divengono un punto di riferimento nei casi di abbandono o rifiuto della terapia stessa.