I calcoli renali sono sassolini che si possono trovare a qualunque livello lungo tutto l’apparato urinario: dal rene all’uretere, alla vescica.
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Cosa sono i Calcoli Renali
I calcoli renali (detti anche Litiasi Urinaria) sono prodotti dall’eccessiva concentrazione di sali di calcio o di altre sostanze nell’urina, e quando si trovano in quantità sproporzionata rispetto al liquido, non si sciolgono interamente ma precipitano formando sedimenti.
Questo capita nei casi in cui la quantità di urina prodotta è scarsa, oppure quando si beve poco, o quando per una lunga esposizione al sole, si fanno abbondanti sudate e diminuiscono la quantità di liquidi nell’organismo o in tutti gli altri casi in cui il calcio si concentra nelle urine per essere espulso.
In questi casi i sali, incominciano a precipitare come piccoli cristalli, ed cominciano ad incorporare corpuscoli estranei, quali le cellule che si desquamano per effetto di un’infiammazione, perché si formi un agglomerato cristallino che via via aumento di volume formando il calcolo. La maggior parte dei calcoli renali è composta di ossalato di calcio, ma ce ne sono anche di fosfato di calcio, di acido urico, di cistina e di fosfato di ammonio magnesio.
Possono essere di dimensioni piccolissime oppure anche grandi. Si sono trovati calcoli che avevano occupato tutta la cavità dell’organo nel quale si erano formati. Si tratta di calcoli detti
“a stampo”, perché riproducono proprio come un calco, la forma esatta dell’organo occupato.
Di che cosa sono fatti
La maggior parte dei calcoli renali (circa il 70%) è composta di ossalato di calcio, ma ce ne sono anche di fosfato di calcio, di acido urico, di cistina e di fosfato di ammonio-magnesio.
Possono essere di dimensioni piccolissime oppure anche molto grandi.
Si sono trovati calcoli che avevano occupato tutta la cavità dell’organo nel quale si erano fermati. Si tratta dei calcoli detti “a stampo”, perchè riproducono proprio come un calco, esattamente la forma dell’organo occupato.
Calcoli Renali: Sintomi
La presenza di calcoli renali che non bloccano il flusso dell’urina può anche passare in’osservata o provocare lievi disturbi, quali un senso di peso o di fastidio nella regione lombare. per questo, alcuni calcoli crescono indisturbati fino a raggiungere dimensioni ragguardevoli.
Il sintomo classico è la colica renale, cioè un dolore violento, improvviso, che può comparire anche nel sonno, partendo dalla zona lombare corrispondente al rene interessato, per diffondersi poi alla parte anteriore della coscia e agli organi genitali.
Causa del dolore è il passaggio, o il tentativo di passaggio, del calcolo dalle pelvi renale all’uretere. Oltre al dolore, nella colica ci possono essere altri sintomi: il sangue nelle urine, per esempio, perchè il calcolo può essere appuntito e ledere la mucosa urinaria.
Altri sintomi:
- nausea,
- vomito,
- intensa sudorazione,
- pelle fredda,
- pressione bassa.
In qualche caso, si può avere un rialzo febbrile che segnala una possibile infezione urinaria e un blocco temporaneo dell’emissione di urina causato da uno spasmo della muscolatura delle vie urinarie.
La diagnosi dei calcoli si sospetta sulla base del dolore e degli altri sintomi, viene supportata dall’esame microscopico del sedimento e passa poi per le vie tecniche di accertamento della presenza del calcolo nelle vie urinarie. Tecniche che sono quelle della diagnostica delle immagini.
Con la radiografia si vedono alcuni calcoli ma non quelli radio-trasparenti. Con l’ecografia, che è l’esame più semplice, si vedono i calcoli localizzati nel rene e nell’ultima parte dell’uretere. Con la tomografia computerizzata spirale senza mezzo di contrasto, che è l’indagine più sicura, più veloce, più accurata, si può vedere quasi tutto e può servire anche per valutare un dolore lombare acuto di cui si ignora l’origine.
Con l’urografia, infine, che si fa iniettando per endovena un mezzo di contrasto che viene filtrato dai reni e disegna tutto l’apparato urinario, si vede tutto il resto, anche i calcoli radiotrasparenti, cioè quelli di acido urico che si vedono solo se si inietta il contrasto.
Calcoli Renali: Cura
Per la Colica Renale
Se si tratta di un episodio acuto (colica), come prima mossa è indispensabile togliere il dolore con iniezioni di antinfiammatori (Fans) a dosi elevate.
Questi farmaci hanno sostituito quasi del tutto i vecchi antispastici, poco efficaci e colpevoli di bloccare la spinta del calcolo verso l’espulsione. Se c’è anche un’infezione urinaria – testimoniata dalla febbre, dall’intorbidamento delle urine e dagli esami di laboratorio – occorre somministrare antibiotici mirati.
Per eliminare i “sassolini”
Per quanto riguarda propriamente i calcoli, tenendo presente che la maggior parte di essi è di piccolo volume e può essere espulsa spontaneamente, se non c’è infezione e non c’è dolore, si può aspettare. Con attenzione vigile.
Conta molto, in questi casi, la localizzazione del calcolo: se questo è piccolo e si trova, per esempio, nell’uretere, non dà dolore e ha molte probabilità di essere espulso spontaneamente. Magari aiutato dal consumo quotidiano di buone quantità d’acqua, che oltre a diluire i soluti fornisce il veicolo per l’espulsione.
Per quelli più grandi
Per i calcoli che non se ne vanno da soli, il trattamento può essere medico e/o chirurgico. La cura con i farmaci prevede l’uso di diuretici che favoriscono il transito dei calcoli e della renella, una specie di sabbia formata da piccoli depositi bruni o rossastri provenienti dal rene o di sostanze capaci di sciogliere i calcoli.
Gli unici calcoli che si possono dissolvere chimicamente sono quelli di acido urico i quali, essendo di composizione moderatamente alcalina, possono venire disgregati alcalinizzando per qualche tempo le urine, che sono invece di norma leggermente acide.
Ciò si può ottenere con una alimentazione esclusivamente vegetale o con la somministrazione di sostanze alcalinizzanti, prevalentemente il citrato di potassio.
Per tutti gli altri calcoli occorre l’intervento dell’urologo il quale può, in base alle dimensioni e alla localizzazione, scegliere la tecnica più adatta per eliminarli.
Se il calcolo è di medie dimensioni ed è situato nella cavità del rene o nell’uretere, il rimedio migliore è oggi la “litrotissia” extra corporea.
Una tecnica che ha rappresentato una felice scoperta in campo medico, perchè permette di intervenire sul calcolo dall’esterno, bombardandolo con “onde d’urto” che lo frantumano. Senza atto chirurgico e senza danno dei tessuti che stanno intorno al calcolo, il quale, ridotto in frammenti, si elimina spontaneamente attraverso le vie urinarie.
I calcoli che si trovano nell’uretere basso, vicino alla vescica o nella vescica, possono essere aggrediti per via endoscopica, introducendo per la via naturale una piccola sonda che, giunta al calcolo, scarica energia laser che lo rompe. I frammenti sono prelevati con una pinza e portati fuori o, se minimi, lasciati in attesa che escano fuori da soli. Se i calcoli sono piccoli, per la stessa via si possono rimuovere intatti con la pinza o un cestello.
Per i casi più seri
Per i calcoli più grossi (che misurano oltre i 2,5 cm) che si trovano nel rene o nell’uretere, è possibile ricorrere alla nefrolitotomia, che è la rottura dei calcoli per via percutanea (attraverso la pelle). Viene introdotto un ago (come se si dovesse fare una normale iniezione) nella cavità dove si trova il calcolo, si carica di energia laser oppure elettroidraulica e, con questa, il sassolino viene frantumato.
Successivamente viene estratto per la stessa via. La chirurgia tradizionale, in questo campo, viene ormai riservata a pochissimi casi, non più del 1-2 per cento. Si impiega quando il calcolo, molto grosso, risulta incuneato nella pelvi renale oppure nell’uretere e, magari, è anche associato ad una infezione.
Prevenire i Calcoli Renali
Studi recenti sulla storia della calcolosi renale hanno dimostrato che in un malato che abbia avuto un primo calcolo di calcio, la probabilità di formarne un secondo è del 15 per cento dopo un anno, del 40 per cento a cinque anni e del 50 per cento circa a dieci anni.
Da qui, nasce l’opportunità di fare un’energica azione di prevenzione che contrasti la tendenza a riformare nuovi calcoli. La prevenzione (o profilassi) deve iniziare con l’analisi chimica del primo calcolo estratto per stabilirne la natura e potere, quindi, mettere a punto una strategia mirata di comportamenti, di dieta e di cure, che contrastino eventuali nuove formazioni.
Per le persone che presentano un eccesso di calcio nelle urine (ipercalciuria) sono consigliati alcuni tipi di diuretici, in grado di abbassare l’eliminazione di calcio attraverso le urine, il consumo di liquidi fino a 3 litri al giorno e, in qualche caso, la somministrazione di nitrato di potassio: in questo modo, la produzione di nuovi calcoli dovrebbe diminuire drasticamente.
I casi particolari
Le persone che hanno nelle urine, un’eccessiva quantità di ossalati (“iperossaluria”), se hanno anche una malattia dell’intestino tenue dovrebbero seguire una dieta a basso contenuto di calcio e di grassi.
Negli altri casi, inoltre, dovrebbero prendere qualche farmaco che aumenti l’attività delle transaminasi.
Per le persone che presentano eccesso di acido urico oppure di urati nelle urine (ipericuria) e, quindi, rischiano di formare calcoli di acido urico, è consigliabile ridurre il
consumo di carne, pesce o di prendere ogni mattina dell’allopurinolo, il cui dosaggio verrà stabilito dal medico.
Sarà utile anche aumentare il pH urinario con farmaci alcalinizzanti e potenziare il consumo di acqua.